Neurogastronomia, ovvero perché l’odore ci aiuta a percepire il gusto

Non si tratta di sole sensazioni e romanticismo, ci sono anzi prove scientifiche del ruolo chiave che l’olfatto gioca nelle percezioni di gusto.
Gordon Shepherd è un professore del dipartimento di Neurobiologia di Yale, a cui si deve l’invenzione del termine neurogastronomia, cioè il complesso di meccanismi che permettono al cervello di creare i sapori.
Come spiega nel libro, la percezione del gusto è un processo complicato che coinvolge non solo i cinque sensi, ma anche memoria, emozioni e ricordi.
Secondo il neuroscienziato: “i sapori non sono nel cibo, ma vengono creati dal nostro cervello” e “i sapori sono creati per la maggior parte dal nostro sistema olfattivo”.
Le molecole degli odori portano informazioni e stimolano i nostri recettori olfattivi, i quali trasmettono tali informazioni al cervello, che le traduce in immagini.
Questo collegamento ai più alti centri cognitivi del cervello è una proprietà speciale dell’odore, che è fondamentale per l’esperienza del sapore.