Non è fantacucina

Preparare un impasto di semola di grano duro, unire acqua e sale, riempire le «cartucce» di una stampante 3D, premere un bottone, attendere due minuti e oplà, la pasta è pronta. Barilla da quattro anni sta sperimentando la produzione con una stampante 3D. Il procedimento fatto di trafilatura, essiccazione e raffreddamento va in pensione; un prototipo «stampa» pasta fresca in formati impossibili da ottenere con le tecniche tradizionali. L’azienda di Parma ha bandito un concorso per premiare i tre migliori design. In futuro si potranno unire ingredienti come verdure, legumi o altre farine.
Le stampanti 3D potrebbero essere il microonde dei prossimi anni: strato dopo strato sforneranno pietanze fresche a basso costo destinate a soppiantare conservanti e surgelati, illusioni ottiche in cui si scelgono ingredienti, forme, sapori per accontentare gusto e vista.